Sono arrivate in negozio le meravigliose creature di E.tè.re, gioielli fatti a mano con legno di recupero. Parola d’ordine Upcycling.

Ma parliamo meglio con Irene, l’anima di E.te.re

1 - Cos’è etere

 E’ un progetto di artigianato nato circa quattro anni fa, ma con inconsapevoli origini molto lontane: al liceo sentivo l'esigenza di indossare gioielli che immaginavo, ma che non riuscivo a trovare da nessuna parte, quindi ho iniziato a costruirli per me stessa. Etere si è definito ed è cresciuto insieme a me e alle mie esperienze fino a quando ho iniziato a pensarli con più consapevolezza e a decidere di iniziare la costruzione di un brand.

2 - Perché il nome etere?

Quando dovevo scegliere il nome del mio progetto è stata la prima parola a cui ho pensato, ho aperto il dizionario e non ho avuto dubbi: "Sostanza ipotetica estremamente tenue e imponderabile, presente in ogni parte dell'Universo, sia in quella occupata da materia ordinaria sia nel vuoto".  Non ci sono parole più giuste per raccontare il mio progetto. Una linea che passa attraverso la vita di una materia e si trasforma ma che persiste nel tempo, ed è impalpabile ma è sempre la stessa .

3 - Cos’è l’upcycling?

L'upcycling è un processo di di trasformazione di materiali di scarto, maggiormente conosciuto nell'ambito sartoriale ma in realtà è tutto ciò che amatorialmente noi facciamo tra le mura domestiche per evitare di sprecare una possibilità: un bidone di latta che diventa un tavolo è upcycling, il divano fatto con i bancali, le mensole con cassette, seppur tutto questo non sia stato acquistato a doc, ma il riutilizzo di qualcosa di già esistente per cambiarne, se vogliamo, la funzione. Per definire il mio progetto fatico ad utilizzare la parola upcycling, però se vogliamo usarla il mio modo di farlo consiste nel ridare valore a legno destinato allo scarto, come vecchi manici di utensili, tavole, cornici, tutti elementi destinati a finire la loro vita che vengono recuperati e trattati per avere una nuova vita sottoforma di gioielli.

 

4 - Perché hai scelto il legno come materiale

Il legno è il materiale con il quale mi sono sempre e comunque sentita di avere una confidenza maggiore, non è detto che sarà l'unico, ma per ora mi sta rappresentando da diversi anni, quello che succederà poi non lo so nemmeno io :)

5 - Da cosa ti fai ispirare?

Avendo una formazione super ibrida, sono laureata in scultura, in comunicazione, mi sono fermata a studiare curatela e ho lavorato molti anni in spazi museali. Penso che la mia estetica sia stata molto farcita da rappresentazioni, idee, progetti diversi. Nella mia mente ho un catalogo in cui ogni tanto vado a ripescare cose viste e amate. Alcune passano velocissime me ne innamoro per un giorno e poi me le dimentico altre persistono da sempre. Se devo farla breve le prime cose che mi vengono in mente per le quali continuo a provare stupore infinito sono il suprematismo russo, per citarne uno Kazimir Malevič, i colori di Ettore Spalletti, la scultura di Ans Arp, la progettazione di Enzo Mari, i gilet di Giacomo balla, l'irrazionalità di Ettore Sottsass.

6 - Parlaci della sostenibilità di etere

Etere non è un progetto sostenibile, etere è un progetto che sta imparando sta crescendo sta sbagliando e che tende sempre di più ad avere un approccio sostenibile, attraverso in primis il recupero della materia, cercando di essere più attenta possibile ad affrontare delle scelte con consapevolezza, ma soprattutto creando attorno una rete di persone sensibili che accolgono e difendono l'artigianato come scelta di vita.

 

Scopri di più sull'UpCycling

Torna al blog